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giovedì 17 febbraio 2011

La tenerezza e l'impegno. Rino Malinconico recensisce il libro di Giosué Bove "I fantasmi e il mare"

L’impressione che dà il bel libro di Giosuè Bove è quella di un autodafé. Nel 1935 Elias Canetti segnò con questo titolo, che rimandava alle sentenze e ai roghi dell’Inquisizione, il suo capolavoro. Era, quella, la narrazione di un fallimento, il fallimento del vivere come sapere, come erudizione: il protagonista, il sinologo Peter Kien, brucia alla fine assieme a tutti i suoi libri. Anche in questi brevi e densi racconti di Bove è prospettato impietosamente un fallimento: la sconfitta del vivere come attivismo politico, lo scacco dell'intellettuale engagè, il disastro storico e morale di chi prova a scarnificare la sua particolarità e a definirsi soltanto come parte del tutto, fino a ragionare su di sé esclusivamente a partire dalle dinamiche e dai movimenti collettivi. ... leggi tutto ....

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